testimonianze

GUIDO MORONI di Albano
“Dopo Natale, con lo sbarco degli americani ad Anzio,
la gente guardava dal Belvedere di Albano”
Sono del 1937 e quindi al tempo del bombardamento
di Propaganda Fide avevo 7 anni.
Mi ricordo tutto però, anche se ero piccolo... Il 25 luglio
del 1943, con la caduta del fascismo, rammento
quando diedero l’assalto alla Casa del Fascio ed io rubai
un quadro di Mussolini... tutti rubavano qualcosa...
c’era una gran confusione.
Mi ricordo i bombardamenti di San Lorenzo a Roma,
di Ciampino e Frascati, e le ambulanze che portavano
continuamente feriti all’Ospedale di Albano,
perché quello di Marino e Frascati
erano già al collasso. La mia famiglia era
composta da mamma, che aspettava un
bimbo, mio padre e tre figli.
Dopo Natale, con lo sbarco degli americani
ad Anzio, la gente guardava dal
Belvedere di Albano verso il mare e capiva
che stava succedendo qualcosa di strano.
 Di notte si sentivano continuamente
le cannonate e poi battaglie aeree, lampi e bagliori
nel cielo. Andammo così nella Villa Pontificia, insieme
agli altri sfollati; il fratello di mio padre era brigadiere
della Gendarmeria vaticana, e ci fece entrare subito.
Noi stavamo nascosti nel caseggiato che fronteggia
la piazza dove ci sono le edicole della Via Crucis,
proprio vicino alla Chiesa di Propaganda Fide. Era un
seminterrato, e noi ci nascondemmo dentro le vasche
dove veniva spenta la calce. Un ricovero di fortuna che
durò circa 10 giorni. Con noi c’era Romano Tibaldo,
che portava il latte anche per mia madre che era incinta...
purtroppo Romano morì sotto le bombe. Il bombardamento
iniziò ad Ariccia, dove morì il padre di mia
suocera, poi ad Albano, dove distrusse il Convento dei
Carissimi e quello Nazareno, colpendo il Duomo, San
Pancrazio, con molti morti, tra i quali Mondino ed il
figlio31.
La sera del 9 febbraio, io dormivo, ma mi raccontarono
che il cielo era diventato bianco, da tanti razzi bengala
erano stati lanciati. Poi arrivò quella mattina del 10
febbraio... a grappoli scendevano le bombe su Albano.
Nel bombardamento di Propaganda Fide morirono il
fratello e la sorella di mio padre ed una nipote… Papà
stesso ha scavato insieme agli altri per recuperare i morti
e aiutare i feriti... purtroppo fu lui
stesso ad estrarre dalle macerie i corpi di una sorella e della
figlia, ma riuscì a salvare l’altra sorella ferita.
Andammo poi a rifugiarci in una baracchetta,
vicino alla tomba dei Barberini, lungo il Viale all’interno
dei giardini della Villa Pontificia... ci restammo tre
giorni; con noi c’era la famiglia Tozzi e
Cattinelli, mia madre nel frattempo
stava per partorire e la portarono al San Giovanni. Ritornò con la mia sorellina
in fasce, dopo 20 giorni. Quanti spostamenti abbiamo
fatto in quel periodo... fino al 16 febbraio siamo
rimasti ad Albano e poi andammo da un fratello di papà,
a Centocelle. In quella casa piccolissima ci stavamo
in tre famiglie... ciascuna con quattro figli... Ad Albano
abitavamo in Via San Francesco, in una piccola casa
al secondo piano… mio padre faceva il facchino ed
era antifascista, non aveva quindi diritto a nulla e la fame
era tanta. In quella piccolissima casa, ricordo pagavamo
di pigione 80 lire al mese; venne a vivere per un
periodo il fratello di mio padre con i suoi tre figli. Poi,
con lo sfollamento del 28 gennaio, non sono venuti con
noi alla Villa Pontificia, ma sfollarono a San Polo dei
Cavalieri